La doppia esposizione dedicata alla scultura presente sul territorio bellinzonese vuole essere un invito a scoprire parte del corredo artistico e alcuni capitoli della storia della Turrita. L'itinerario nelle stanze del Museo potrà essere seguito da un percorso per le vie della città, reso possibile dalle due agili guide pubblicate per l'occasione in collaborazione con la Società di storia dell'arte in Svizzera. La riflessione dell'artista bellinzonese Adriana Beretta sul tema della scultura funeraria si concretizzerà nell'installazione creata appositamente sul suolo consacrato del cimitero per la durata della mostra.
A cura di Anna Lisa Galizia
Mostra visibile al piano terra del Museo
Arte fra le tombe
Negli anni '20 del Novecento il quotidiano Il Dovere iniziò a pubblicare una serie di articoli dedicati alla scultura funeraria del cimitero di Bellinzona. Queste cronache annuali, intitiolate "Arte fra le tombe", hanno ispirato il titolo dell'esposizione allestita al pianterreno del museo, dove si presenta una scelta di opere e documenti relativi al camposanto di Bellinzona, considerato non soltanto per il suo significato primario, legato al raccoglimento e agli affetti. Infatti, sin dalla creazione del cimitero moderno agli inizi dell'Ottocento - diffusosi nel Canton Ticino per il tramite delle disposizioni napoleoniche - questi luoghi hanno suscitato anche l'interesse degli amatori d'arte e di curiosità, come dimostrano le prime guide culturali pubblicate in Francia già nel XIX secolo.
Il camposanto di Bellinzona in particolare è da tempo considerato quale luogo privilegiato per ammirare le opere scultoree degli artisti locali.
L'arte funeraria è un esercizio molto particolare in quanto costringe l'atto creativo entro alcune regole inderogabili, che vanno oltre la scelta di un motivo iconografico adatto o di materiali e finiture duraturi e igienici. La mostra presenta una documentazione storica così come una scelta di materiali preparatori realizzati da alcuni degli scultori più rappresentati, tra cui si contano alcuni schizzi, bozzetti e progetti di Apollonio Pessina, Fiorenzo Abbondio, Giuseppe Foglia, Titta Ratti e Ivo Soldini.
Nel cimitero sarà inoltre visibile l'opera site specific
ROSA ROSAE ROSAE …
2009, tecnica mista: foglio di piombo, pittura acrilica, incisione, composta da 88 elementi.
Creata appositamente da Adriana Beretta lungo la parete perimetrale nord.
Mostra visibile al primo piano del Museo
La scultura nello spazio pubblico
"(...) la cosa più strana nei monumenti è che non li notiamo affatto."
Da Robert Musil, Monumenti. In: Pagine postume pubblicate in vita, Torino 2007, p.62
Al primo piano l'attenzione viene invece rivolta alla scultura posta nello spazio pubblico con la presentazione di materiali preparatori, documenti, fotografie e cartoline che permettono di ricostruire le vicende di alcune delle opere scultoree più significative presenti a Bellinzona. Inizialmente destinati a dare forma materiale alla memoria - di persone, avvenimenti o princìpi, solitamente rappresentativi del potere politico o religioso - nel corso degli ultimi due secoli i monumenti hanno conosciuto una notevole evoluzione, segnata dall'annullamento parziale o totale della loro iniziale funzione pedagogica e celebrativa. D'altro canto, la presenza visiva quotidiana della scultura monumentale di tipo commemorativo e il ricorso a un linguaggio o a una simbologia poco accessibili hanno determinato una fruizione sempre più passiva da parte del pubblico. Attualmente queste sculture sono viste con una certa indifferenza, sintomo sia dell'oblio dei messaggi trasmessi dalle opere del passato, sia della difficoltà a capire quelli del presente, sovente espressi
in un linguaggio non immediatamente assimilabile al senso estetico comune. La storia della scultura monumentale di Bellinzona è di particolare interesse se si considera il ruolo politico della città, capitale del Cantone, ed ha inizio nel 1903, con l'inaugurazione del Monumento all'Indipendenza ticinese. L'esposizione raccoglie materiali di Natale Albisetti, Apollonio Pessina, Remo Rossi, Giuseppe Chiattone e Ivo Soldini che permettono di ricostruire l'evoluzione formale e contenutistica delle sculture che ornano gli spazi
pubblici della Turrita, evoluzione che si riflette anche nei documenti fotografici esposti, indicativi del ruolo di queste sculture nella vita quotidiana del passato.
Sostenuta da:
- Credit Suisse
- Reppublica e Cantone Ticino, Fondo Swisslos
- Bellinzona Turismo
- Carnevale Rabadan, Bellinzona
- Fondazione Pasquale Lucchini